Gorizia, in tanti affollano la Cattedrale per Papa Francesco: da Redipuglia ai temi cari, canti e silenzio

Gorizia, in tanti affollano la Cattedrale per Papa Francesco: da Redipuglia ai temi cari, canti e silenzio

L'incontro

Gorizia, in tanti affollano la Cattedrale per Papa Francesco: da Redipuglia ai temi cari, canti e silenzio

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 23 Apr 2025
Copertina per Gorizia, in tanti affollano la Cattedrale per Papa Francesco: da Redipuglia ai temi cari, canti e silenzio

La veglia, guidata dall'arcivescovo Redaelli, ha coinvolto credenti e non. «Non preghiamo per cose astratte ma per le persone».

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Una Chiesa Metropolitana gremita di fedeli: in moltissimi, ieri sera, 22 aprile, hanno voluto partecipare a Gorizia con la propria preghiera alla veglia indetta in ricordo di papa Francesco, scomparso il 21 aprile. La serata di raccoglimento si è aperta con un canto, guidato – come i successivi – da don Francesco Fragiacomo. Numerosi i momenti di riflessione, le letture, le preghiere e i canti proposti nel corso della veglia. Il Santo Padre è stato commemorato anche attraverso un video, che ha ripercorso alcuni dei momenti più significativi del suo pontificato, tra cui la toccante visita al Sacrario di Redipuglia e al cimitero militare di Fogliano nel 2014, quando esortò a non dire mai più «A me che importa?» e richiamò l’attenzione mondiale su quella che definì una «terza guerra mondiale combattuta a pezzi».

A presiedere la veglia di preghiera, l’arcivescovo metropolita di Gorizia, monsignor Carlo Roberto Maria Redaelli. «Sono convinto che possa essere molto apprezzato da papa Francesco, che ora vive nel Signore e non smette di essere in comunione con noi, se la nostra preghiera di stasera si allarga ad abbracciare anche alcuni temi che sono stati (e sono) particolarmente presenti nel cuore del papa e che sono stati oggetto del suo magistero – le parole dell’arcivescovo – la povertà, la pace, la migrazione, l’evangelizzazione, la custodia del creato, l’amore umano, la fraternità universale, la sinodalità. Non preghiamo, però, per i temi, ma per le persone, non per la povertà ma per i poveri, non per la pace ma per coloro che soffrono per la guerra, non per la migrazione ma per coloro che abbandonano la loro terra e così via. Vorrei, pertanto, che queste persone fossero stasera al centro della nostra preghiera, sentendo che papa Francesco prega insieme a noi».

L’arcivescovo ha voluto iniziare con una preghiera rivolta ai poveri, «al centro dei pensieri, delle parole e delle azioni di papa Francesco», quindi per «coloro che subiscono la guerra, ma anche per coloro che possono avere una responsabilità verso la pace». Si è pregato «per i migranti, per quei nostri fratelli e sorelle che cercavano un posto migliore per sé e le loro famiglie ma hanno trovato la morte». Monsignor Redaelli ha invitato a pregare per l’evangelizzazione e per la custodia del creato, temi particolarmente cari al Santo Padre. Una preghiera è stata dedicata anche «a chi vuole vivere la pienezza dell’amore umano ma spesso è ferito negli affetti e nell’ambito famigliare». Si è pregato «per chi crede e anche per chi non crede», richiamando papa Francesco quando chiedeva al Signore di ispirarci al «sogno di un nuovo incontro, di dialogo, di giustizia e di pace». Infine, si è pregato per la sinodalità, con l’auspicio del Papa a essere «pellegrini innamorati del Vangelo, aperti alle sorprese dello Spirito Santo».

Dopo l’accensione delle candele dalla fiamma del cero pasquale, «simbolo di vita e della nostra fede», ha ricordato monsignor Redaelli, il pontefice è stato ricordato con la recita del Credo e le preghiere dei fedeli, in italiano, sloveno e friulano.

Prima della benedizione finale, l’arcivescovo ha invitato tutti a continuare a ricordare e pregare per papa Francesco anche nelle proprie case. «Siamo certi che ora papa Francesco continua a pregare per noi e con noi e che tutto ciò per cui ha speso la sua vita è ancora di più oggetto del suo amore, nel suo cuore purificato dall’incontro con il Signore e sostenuto dalla vicinanza di Maria, cui in tutta la vita e in morte si è affidato». 

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