Fra storia e natura, nasce a Vermegliano il Giardino Botanico per ricordare l'abate Brumati

Fra storia e natura, nasce a Dobbia il Giardino Botanico per ricordare l'abate Brumati

L'idea

Fra storia e natura, nasce a Dobbia il Giardino Botanico per ricordare l'abate Brumati

Di Ivan Bianchi • Pubblicato il 26 Ott 2024
Copertina per Fra storia e natura, nasce a Dobbia il Giardino Botanico per ricordare l'abate Brumati

L'iniziativa parte dall'Aps 'Amici delle Erbe' e intende valorizzare il lavoro del religioso nato nella frazione ronchese di San Vito. Gli interventi.

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Presentata stamattina alle 10, nella sala del Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia a Ronchi dei Legionari, l’iniziativa promossa dall’Aps “Amici delle Erbe” e patrocinata da numerosi enti locali per la realizzazione di un orto botanico nella località di Dobbia in memoria dell’abate-scienziato Leonardo Brumati. Pensata come vera e propria conferenza divulgativa sulla figura di Brumati e sul suo valore scientifico e culturale, la presentazione si è articolata in una prima parte a tema condotta dagli storici Renato Cosma e Renato Duca. Ad essa sono seguiti gli interventi nel merito del progetto dei relatori Alfredo Altobelli, presidente di “Amici delle Erbe”, Nedi Tonzar e Marco Fragiacomo, sindaco di Staranzano.

Ad aprire l’evento illustrandone lo svolgimento al numeroso pubblico in sala è stata Lara Bruggianesi, vicepresidente di “Amici delle Erbe”, associazione nata da un anno e al lavoro già da tempo per organizzare il progetto e la manifestazione, che hanno ottenuto il patrocinio del Comune di Ronchi dei Legionari, del Comune di Staranzano, della Mutua Assistenza di Credito Cooperativo BCC e del Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia. A dare forza al progetto si aggiungono anche i contributi della BCC e del già citato Comune di Ronchi, così come le collaborazioni con realtà locali quali Gruppo Micologico Aps, l’Associazione Culturale Bisiaca il gruppo spontaneo Uliu Bisiac.

Il momento dei saluti è cominciato dall’assessore alla cultura e all’istruzione di Ronchi dei Legionari Monica Carta. «Quello di oggi è un evento molto interessante: non ci può essere costruzione del futuro senza la comprensione del passato, senza una memoria condivisa che valorizzi l’appartenenza di una comunità alla storia – le sue parole – l’associazione “Amici delle Erbe” ha intrapreso proprio questo lavoro, per cui il mio augurio è quello di un fruttuoso percorso assieme». Ha espresso il suo sostegno al progetto anche Carlo Antonio Feruglio, presidente di BCC, sottolineando come ricordare l’opera dell’abate Brumati sia di fondamentale importanza al fine di valorizzare nella sua interezza il patrimonio botanico della regione. Hanno poi portato i loro saluti di Rino Dario, presidente di MACC, e di Chiara Moimas, presidente dell’Associazione Culturale Bisiaca.

Un ruolo particolare lo ricopre Marco Fragiacomo, presente in “doppia veste”: sia come sindaco di Staranzano per il patrocinio dato dal comune (il giardino botanico prenderà forma nella frazione staranzanese di Dobbia), che come relatore ed effettivo collaboratore del progetto. Nel corso degli anni Fragiacomo si è infatti cimentato personalmente, per interesse e passione, nella rinaturalizzazione del terreno su cui crescerà il Giardino Brumati. «Ho dovuto sospendere questo “sogno” dopo la nomina a dirigente scolastico dell’istituto Brignoli-Einaudi-Marconi, sperando di riprenderlo una volta in pensione – ha raccontato – perciò ho accolto con molto piacere la proposta del professor Altobelli».

Chiusi i saluti, Cosma e Duca hanno cominciato a raccontare la vita, le opere e l’attività di divulgazione dell’abate Brumati, nato 250 anni fa proprio nel piccolo abitato ronchese di San Vito. I due storici hanno spiegato come egli fu un personaggio eclettico e imponente, un semplice sacerdote che però intrattenne contatti e rapporti epistolari di carattere scientifico e botanico con tutti i più illustri studiosi del tempo di Italia ed Europa. Fu egli stesso autore di manoscritti e produzioni stampate su diverse tematiche di materia storica, scientifica, agronomica e naturalistica, nonché curatore di un erbario e gestore di un orto botanico nei pressi della sua dimora. A tutto ciò, Brumati affiancò per anni l’attività di insegnamento di grammatica e retorica a Monfalcone e a Pirano, l’attività religiosa e addirittura quella poetica: come detto in apertura anche da Chiara Moimas, «sue sono le prime poesie pervenuteci in dialetto bisiaco».

Infine, gli interventi di presentazione e di carattere tecnico. A spiegare i caratteri e l’obiettivo principale dell’opera, le parole del professor Altobelli: «L’intento è quello di piantare e lasciar crescere varie piante selvatiche commestibili, dopo aver ricostruito in loco il loro habitat; per farlo, verrà effettuata una riqualificazione ambientale dell’appezzamento, grande circa 2.500 metri quadrati, attualmente destinato all’uso agricolo». «Si tratterà di realizzare habitat semplici – ha specificato Altobelli - composti da siepi campestri e mellifere, da una fascia boschiva fresca e da un prato permanente». Il posto sarà visitabile grazie a un sentiero facilmente accessibile anche a persone diversamente abili, segno della natura collaborativa e inclusiva del progetto, e sarà rivolto anche all’attività didattica delle scuole.  


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