Filmava di nascosto bambine nel bagno a Farra, trentenne patteggia 2 anni

Filmava di nascosto bambine nel bagno a Farra, trentenne patteggia 2 anni

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Filmava di nascosto bambine nel bagno a Farra, trentenne patteggia 2 anni

Di T.D. • Pubblicato il 24 Lug 2024
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Le accuse riguardano la ripresa di bambine tra i 7 e i 9 anni all'interno della toilette. Le vittime sono cinque, tra Farra e una scuola nell'Udinese.

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Due anni di reclusione, interdizione perpetua da scuole, centri estivi e in generale da luoghi pubblici frequentati da minori, due anni di interdizione dai pubblici uffici e una pena pecuniaria di 9mila euro. Lo riporta la Tgr Fvg. Questa la pena inflitta a un trentenne di Farra d'Isonzo dopo il patteggiamento davanti al gip Luigi Dainotti, questa mattina in Tribunale a Trieste. L’uomo è stato accusato di “produzione di materiale pedo-pornografico” e durante il rito abbreviato gli è stato contestato il capo d’imputazione.

Le accuse riguardano la ripresa di bambine tra i 7 e i 9 anni all'interno della toilette. Le vittime sono cinque: quattro di loro frequentavano attività ricreative in un centro estivo nella stessa Farra, mentre una partecipava ad attività pomeridiane in una scuola della provincia di Udine. Le indagini, coordinate dal pm Lucia Baldovin e durate mesi, sono partite dopo la segnalazione di una bambina, che si è accorta della presenza di un cellulare nascosto nel bagno.

Rimangono “indecifrati” i motivi del reato, poiché non è chiaro cosa intendesse fare l'uomo con le immagini raccolte. L’accusato, operatore di un’associazione che si occupa di attività giovanile e difeso dall’avvocato Bancheri, al momento dei fatti non aveva precedenti penali. Gli avvocati delle parti lese hanno accettato l’esito del patteggiamento, ma tra i genitori presenti c'è stata molta rabbia e delusione.

Gli avvocati delle parti civili, Vincenzo Martucci e Alice Cocchi, pur accettando la soluzione, hanno espresso il disagio dei genitori, che ritengono sarà difficile fidarsi nuovamente degli operatori a cui affidano i loro figli. In sede civile, potrebbe essere richiesto che il cellulare dell'uomo non venga distrutto, al fine di chiarire il destino delle immagini raccolte. L'accusato si trovava agli arresti domiciliari da novembre scorso.

«È una di quelle giornate che ogni sindaco non vorrebbe mai vivere - è il commento del primo cittadino farrese, Stefano Turchetto - sono eventi catastrofici per una comunità. Speriamo che ciò non arrivi mai ai bambini che sono stati vittime. Ci rimettiamo alla sentenza del giudice, esprimiamo un enorme abbraccio alle famiglie e ai bambini coinvolti. Vedremo se ci saranno altri risvolti in termini civili, dopo aver passato la parte penale, ma valuteranno gli avvocati. Come giunta abbiamo gestito la questione in modo occulato, senza divulgare dicerie».

Turchetto rivendica il comportamento adottato dalla propria amministrazione, cercando di dare «massima garanzia nei confronti dei bambini. Quando abbiamo saputo della vicenda, abbiamo tagliato subito i ponti con l’associazione in questione. Abbiamo agito in modo tempestivo per dare un segnale ai cittadini. Sono ultraserreno rispetto al nostro operato, il Comune non è stato mai chiamato in causa nelle indagini. Il nostro pensiero è unicamente alle vittime», conclude il sindaco.cold-smooth-tasty

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