Federico Vigorito e Caterina Guzzanti portano ‘Secondo lei’ a Cervignano

Federico Vigorito e Caterina Guzzanti portano ‘Secondo lei’ a Cervignano

LA COMMEDIA

Federico Vigorito e Caterina Guzzanti portano ‘Secondo lei’ a Cervignano

Di Rossana D'Ambrosio • Pubblicato il 31 Gen 2025
Copertina per Federico Vigorito e Caterina Guzzanti portano ‘Secondo lei’ a Cervignano

Lo spettacolo tratta il tema dell’incomunicabilità e la gabbia del pudore. «Non esiste solo la coppia».

Condividi
Tempo di lettura

Prima opera di prosa e di regia, Caterina Guzzanti sta per debuttare questa sera con la commedia “Secondo lei” al teatro Pasolini di Cervignano, mentre nella serata di sabato primo febbraio sarà al Palamostre di Udine. Figlia di Paolo e sorella degli arcinoti Corrado e Sabina – oltre che pronipote dell’ex ministro Elio Guzzanti – appena ventenne Caterina sbarca in televisione con il programma “Pippo Chennedy Show”, condotto dal fratello Corrado con Serena Dandini. Svariati i personaggi da lei interpretati negli anni: Sarah Palin, Mariastella Gelmini, fino alla Contessa Orsetta Orsini e a mille altri volti; ma non mancano ruoli nel mondo del cinema, come nel film “Le faremo tanto male” (1998) di Pino Quartullo o “Fascisti su Marte” (2006) diretto dal fratello. Questa sera e domani Caterina reciterà invece nella prima pièce scritta e imbastita di suo pugno, andando in scena insieme al quarantaseienne Federico Vigorito, che fra uno spettacolo e l’altro si è raccontato al Goriziano.

Federico, come ti trovi ad affiancare Caterina Guzzanti?

Non è la prima volta che lavoriamo insieme, l’ho già affiancata in uno spettacolo che nasce dalla registrazione di un podcast. Comunque, Caterina è una persona divertente, forte, intelligente.

Lo spettacolo ruota anche intorno all’incomunicabilità. Secondo te c’è troppo pudore, nella società in cui viviamo?

Sicuramente sì. Però l’incomunicabilità, secondo noi che portiamo lo spettacolo in tournée, non è il risultato del troppo pudore. È il punto di partenza, che ci porta a essere effettivamente quello che siamo. Però il discorso del pudore, che è al centro dello spettacolo, è semplicemente un pretesto per raccontare una certa società in cui non riusciamo a essere indipendenti, imprigionandoci in quest’incastro, in questa gabbia del pudore. Che è soltanto un aspetto, non è il problema più grande. Il grosso problema è soprattutto l’errore che commettiamo nel pensare che esista solo la coppia. Lo spettacolo vuole scardinare questo falso mito in cui restiamo imprigionati, senza il quale potremmo vivere più sereni e con meno paura.

Essere liberi ha più importanza che stare con l’altro?

Assolutamente. A voi donne inculcano l’idea del matrimonio fin da bambine, mentre la libertà è essenziale…

Dove ti sei formato?

Ho studiato laboratorio teatrale mentre frequentavo l’università. Ho iniziato a lavorare con il regista Belli, poi ho incontrato Bucci, e quindi ho abbandonato l’università: purtroppo ho iniziato subito a lavorare! Quest’anno sono 25 anni che calco le scene. Oltre a recitare come attore mi occupo anche di drammaturgia, con il teatro classico o autori contemporanei. Perché il teatro ha anche la funzione di dare spazio ai giovani autori. Proprio adesso stiamo andando in scena con il thriller “402”, di due giovani autori, sul tema della menzogna. Poi, quando posso, propongo Shakespeare, Camus, e altri.

Come sta andando “Secondo lei”?

Veramente bene. È stata una scommessa perché, quando scrivi qualcosa di nuovo e lo offri al pubblico, può piacere o non può piacere. Invece riscuote successo, ci tratteniamo spessissimo dopo lo spettacolo per discutere sul tema, soprattutto con i ragazzi presenti. È uno spettacolo riuscito. Poi, l’intenzione era porre l’attenzione sull’impotenza, un tema non ancora battuto o praticato.

Perché è ancora così difficile parlare di queste tematiche?

Perché, nonostante siamo nel 2025, ancora viviamo nel retaggio dell’uomo alfa, che dev’essere super prestante. Di qui la difficoltà di dichiarare anche a se stessi d’essere impotente. Infatti il mio personaggio in scena fa di tutto per non affrontare il problema. Anche la donna “non è abbastanza donna” se non si accompagna all’uomo alfa. La scenografia curata su indicazione di Caterina da Eleonora De Leo è scarna. In scena non c’è niente, è tutto molto funzionale, perché ci denuda.

C’è qualche cosa di Sartre?

Brava! Un ambiente che richiama tutto e niente, un luogo che è un non luogo, un po’ come in “Porte chiuse”, dove i personaggi forse sono esistiti, o forse no, forse sono morti o forse no. Sono personaggi che rappresentano il paradigma di ognuno di noi. Questa, è la forza dello spettacolo.

Che progetti hai nel cassetto?

C’è il mio prossimo spettacolo, “Alfred Traps”, tratto dal romanzo di Durrenmatt, “La Panne”, di cui sto scrivendo l’adattamento teatrale…

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione