Chemnitz e Gorizia guardano al 2025, l'abbraccio di San Rocco agli amici tedeschi

Chemnitz e Gorizia guardano al 2025, l'abbraccio di San Rocco agli amici tedeschi

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Chemnitz e Gorizia guardano al 2025, l'abbraccio di San Rocco agli amici tedeschi

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 06 Ott 2024
Copertina per Chemnitz e Gorizia guardano al 2025, l'abbraccio di San Rocco agli amici tedeschi

La delegazione ospite in questi giorni in città, accolta questa mattina da don Ruggero e dalla musica della Gong Orchestra. Il progetto legato alla memoria.

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Un filo rosso collega il confine di Gorizia e Nova Gorica con Chemnitz, città a modo loro di frontiera. Le due aree, infatti, nel 2025 saranno insignite del titolo di Capitale europea della cultura e in questi anni sono stati già diversi i contatti avviati tra le tre realtà. Incontri che spesso hanno riguardato istituzioni e realtà culturali, mentre l'obiettivo delle delegazione giunta ieri in città è di fa incontrare la popolazione. Per questo, 45 persone provenienti dalla Germania sono state accolte questa mattina nella parrocchia di San Rocco a Gorizia, dove ad attenderli c'era don Ruggero Dipizza, insieme alla Gong Orchestra, banda composta da musicisti italiani e sloveni.

Il gruppo giunto dalla Sassonia, guidato dal parroco don Benno Schäffel, è composto da membri della parrocchia ma anche non cristiani con la volontà di favorire un dialogo ecumenico e culturale. Nel suo discorso di benvenuto, don Ruggero ha raccontato la storia di San Rocco, un tempo noto come il "borgo degli ortolani", una comunità che forniva prodotti agricoli anche a Vienna, quando Gorizia faceva parte dell'Impero austro-ungarico. «Oggi è abitato oggi principalmente da pensionati» ha rilevato il sacerdote, augurandosi che un giorno anche una delegazione goriziana possa essere ospite dei nuovi amici teutonici.

A sua volta, don Schäffel ha espresso grande gratitudine per l’accoglienza ricevuta.: «Grazie per questo caloroso benvenuto - così prete - Sarete tutti benvenuti a Chemnitz, magari già l’anno prossimo». Come gesto di amicizia, la deleazione ha portato in dono lo Stollen, un tipico dolce natalizio tedesco, ricco di simbolismo: «Questo dolce rappresenta il corpo di Gesù avvolto in fasce nella mangiatoia, e tradizionalmente si mangia fino a Pasqua». La comitiva prenderà parte anche al tour nel Settecento goriziano domani sera, guidati dallo storico e archivista Vanni Feresin, per poi fare tappa a Nova Gorica, quindi Aquileia e infine la Biennale di Venezia.

Questi viaggi, ha rimarcato il capodelegazione, non sono semplici gite parrocchiali, ma fanno parte di un progetto più ampio di scambio culturale e di dialogo tra le città europee medio-piccole in vista del 2025. Uno degli aspetti centrali del progetto è il coinvolgimento dei giovani nel raccogliere le storie degli anziani: «Chemnitz è una delle città con l’età media più alta in Europa. I giovani ascoltano le storie degli anziani, che poi vengono tradotte in opere d’arte. Queste  saranno esposte in una mostra da noi a novembre». Il confine sull'Isonzo, peraltro, si lega anche alla storia della stessa Chemnitz, che durante il secondo Novecento faceva parte della Germania Est.

«Siamo città di frontiera - ancora don Schäffel - con un passato segnato da divisioni politiche. Anche Chemnitz ha vissuto l’esperienza del confine con l’Europa dell’Est, e questa comunanza ci avvicina ancora di più». Una divisione sia con la Germania Ovest, i cui postumi si rintracciano ancora oggi, sia con il resto dell'Europa orientale. Il terzo centro della Sassonia, peraltro, è attualmente nota nel Paese per il risorgere di gruppi di estrema destra. A parte ciò, l'incontro si è concluso con un invito reciproco a proseguire questo dialogo anche nei prossimi anni, con la speranza di consolidare ulteriormente i legami tra queste comunità.

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