Il centrosinistra monfalconese contro la delega anti radicalizzazione islamica affidata a Cisint

Il centrosinistra monfalconese contro la delega anti radicalizzazione islamica affidata a Cisint

LE REAZIONI

Il centrosinistra monfalconese contro la delega anti radicalizzazione islamica affidata a Cisint

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 24 Apr 2025
Copertina per Il centrosinistra monfalconese contro la delega anti radicalizzazione islamica affidata a Cisint

Dall’opposizione Moretti e Bhuiyan denunciano un clima divisivo e contestano la proposta come «una proposta surreale». Piemonte del M5S, «manovra mediatica».

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Genera delle reazioni polemiche nel centrosinistra l’annunciata delega contro la radicalizzazione islamica in capo ad Anna Cisint, consigliere della nuova giunta comunale. «Mantengo quello che ho promesso – ha annunciato stamattina in municipio – mi batterò anche per il degrado urbano e la lotta al velo integrale. Lavorerò per e non contro la legalità» così Cisint alla quale sono state pure affidate deleghe di spessore come quella relativa agli aspetti della qualità produttiva della città, l’economia del mare e le relazioni intergovernative. «La radicalizzazione va assolutamente contrastata, l'abbiamo sempre detto e lo riconfermiamo. Con le ultime trovate della Lega di Cisint e Fasan però siamo arrivati a una proposta surreale. Su una questione dove il Comune non ha alcuna competenza dove vogliamo arrivare? Alla Polizia morale come in Iran, quella che bastona e incarcera i ribelli?». Lo afferma il consigliere comunale di Monfalcone e regionale del Pd Diego Moretti, commentando la notizia.

«Cosa faranno, andranno in giro con la Bibbia o il Rosario, come il buon Salvini?» domanda il consigliere di minoranza. «Anche il centrosinistra è contrario alla radicalizzazione, di tutti i tipi, ma non si può pensare di farlo attraverso una delega che magari si occuperà di raccogliere delazioni o dettare comportamenti morali – insorge Moretti - Monfalcone ha bisogno di essere pacificata, nel dialogo e nel rispetto delle regole da parte di tutti, senza né alimentare l'odio contro lo straniero o alzare muri, cosa che evidentemente non interessa al duo Cisint-Fasan. A loro non interessa risolvere i problemi, perché altrimenti gli mancherebbe il terreno sotto i piedi per continuare a giocare sulla paura e sull'odio».

«In nove anni di governo in Comune, così come negli altri livelli istituzionali – continua il dem - la destra ha deliberatamente scelto di non risolvere le questioni sociali aperte, alimentando odio e paura sui quali ha costruito un evidente consenso». Infine, Moretti commenta anche gli attacchi personali rivolti da Cisint nella conferenza stampa leghista di ieri: «Dopo avermi insultato e dileggiato per tutta la campagna elettorale, Cisint e Fasan continuano con la loro ossessione nei miei confronti: con questo atteggiamento da bulli di periferia pensano evidentemente di intimidirmi o relegarmi al silenzio. Si sbagliano, ma prendo atto di questo loro comportamento indegno e meschino. Significa che i mesi di campagna elettorale non hanno insegnato nulla, ma certamente non mi farò intimidire né zittire da questi loro metodi vigliacchi. Mi sorprende il silenzio non tanto di Fasan, ma del collega Calligaris, evidentemente abituato, alla presenza di "mamma" Cisint, a obbidire, stare in silenzio o parlare a comando».

Critico anche il consigliere di minoranza del Pd, Kamrul Hasan Bhuiyan Sani. «Proporre una delega contro l'islamizzazione è follia ed insulto a oltre 4mila persone che lavorano e fanno crescere la città onestamente. È una deriva pericolosa quella portata avanti dalla Lega che la città non si merita» afferma Sani. Per il consigliere dem le parole della Lega e dell’ex sindaca Anna Maria Cisint «sono un attacco inaccettabile alla nostra comunità, un tentativo di spaccare Monfalcone con una retorica di paura che offende la dignità di chi vive e lavora qui». «Come consigliere comunale rieletto, musulmano e cittadino italiano di origine bangladese, denuncio la propaganda su “islamizzazione” e “delocalizzazione al contrario”. È un insulto ai 4mila lavoratori stranieri, molti bangladesi, che formano il 40% della forza lavoro del cantiere Fincantieri, un settore che produce 1,2 miliardi di euro all’anno per la città» contesta Bhuiyan per il quale parlare di radicalizzazione «senza prove» e proporre una delega specifica «è un atto pericoloso che fomenta odio e tradisce i valori di uguaglianza della Costituzione».

Bhuiyan chiede quindi «politiche vere» traducibili in «più risorse per l’integrazione, visto che oggi solo il 2% del bilancio comunale va ai servizi interculturali, e investimenti per lavoro dignitoso e sicurezza». «Monfalcone non ha bisogno di muri, ma di una visione che unisca – conclude il consigliere dem - la nostra economia blu e la cantieristica cresceranno solo valorizzando ogni cittadino. Continuerò a battermi per una città inclusiva e giusta, contro chi semina discordia per tornaconto politico». Convinto del fatto che «Monfalcone ha bisogno di soluzioni vere e non di spot elettorali» è Marco Piemonte del Movimento Cinque Stelle.
«Un titolo altisonante, privo, ad oggi, di contenuti concreti – commenta Piemonte - un’iniziativa che appare più come una manovra mediatica che una reale risposta alle esigenze della nostra comunità. La radicalizzazione si combatte con politiche inclusive, educazione, integrazione sociale e accesso equo alle opportunità. Non con slogan, né con etichette di comodo che rischiano di alimentare divisioni e stigmatizzazioni. Monfalcone ha bisogno di costruzione, non di contrapposizione».

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