L'INTERVISTA
Cardiologia e medicina integrata, l’approccio olistico del dottor Paolo Diego L’Angiocola
Attivo da 18 anni con esperienza in vari ospedali e regioni, a febbraio l’attuale responsabile del servizio presso Nova Salus e Sanitas Friuli presenterà a Bruxelles l’applicazione in cardiologia della dimensione olistica.
Cardiologo, specialista in medicina interna con 18 anni di esperienza in diversi ospedali e regioni d’Italia, ma anche divulgatore e ideatore di incontri pubblici e workshop: possiamo presentare così, in estrema sintesi, il dottor Paolo Diego L’Angiocola. Responsabile dal 2022 del servizio di cardiologia presso Nova Salus Fvg e attivo nelle sedi di Gorizia, Monfalcone, Cervignano del Friuli e Gemona, il dottor L’Angiocola si occupa di cardiologia per immagini e di medicina integrata, cercando di plasmare un approccio olistico che sia il più possibile vicino alle esigenze psicofisiche del paziente. Una visione a tutto tondo della salute di cui parlerà il 4 febbraio al Parlamento Europeo a Bruxelles nell’ambito di un convegno promosso dall’eurodeputato Dario Tamburrano sulla qualità dei servizi per il benessere dei cittadini. Lo abbiamo incontrato per approfondire assieme tutti questi spunti.
Come hai visto evolversi nel corso degli anni la tua branca di medicina?
Negli ultimi vent’anni la cardiologia ha visto evoluzioni notevoli. Dal punto di vista farmacologico c’è stata l’introduzione dei cosiddetti “anticoagulanti diretti”, che hanno migliorato il trattamento e la qualità della vita dei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare o affetti da tromboembolia polmonare. Altra innovazione straordinaria è stata l’introduzione nelle linee guida terapeutiche di farmaci come le glifozine: noti studi hanno ampiamente dimostrato che il loro uso migliora la prognosi dei soggetti affetti da insufficienza cardiaca congestizia (ossia quando la capacità del cuore di pompare sangue va al di sotto di specifiche soglie). Straordinaria è anche l’evoluzione nel campo della cardiochirurgia: ora esistono tecniche transcatetere per l’applicazione di dispositivi che correggono l’insufficienza della valvola mitrale (Mitraclip). Con tecniche transcatetere (TAVI) è anche possibile correggere le stenosi aortiche impiantando valvole ad hoc: ciò consente a determinati pazienti, accuratamente selezionati, che anni fa non era possibile operare, di non dover ricorrere alla classica chirurgia “a cuore aperto”.
La prevenzione cardiovascolare è un tema fondamentale. Quali sono i principi e i fattori di rischio che raccomandi di tenere sotto considerazione?
Bisogna prima di tutto identificare e agire sui fattori di rischio modificabili come ipertensione arteriosa (comunemente detta “pressione alta”), diabete di tipo 1 e 2, ipercolesterolemia, obesità, sovrappeso, sedentarietà e abitudine al fumo. Vanno certamente tenuti in considerazione anche fattori di rischio non modificabili come l’età maggiore di 65 anni o la familiarità per cardiopatia ischemica, ma è innanzitutto necessario agire su quelli modificabili adottando ad esempio un sano stile di vita igienico-alimentare. A ciò, ove non sussistano controindicazioni, è anche bene affiancare l’esercizio fisico: se ben condotto, è nel tempo un vero e proprio investimento per la buona salute del sistema cardiovascolare.
Oltre alla professione di cardiologo ti dedichi spesso ad attività divulgative come incontri e workshop, rivolti anche ai “non addetti ai lavori”.
È una mia grande passione: effettuo workshop e conferenze in tutta Italia rivolti alla popolazione “non sanitaria”, con un linguaggio semplice e adatto a qualsiasi categoria di persona, nei quali propongo nozioni di prevenzione cardiovascolare ed esercizi pratici su come gestire al meglio lo stress psico-fisico e la dimensione emotiva. Nelle linee guida della European Society of Cardiology, nel 2022, è stato per la prima volta introdotto il concetto di stress psico-fisico come “campanello d’allarme” (“risk modifier”) della possibilità di sviluppare malattie cardiovascolari. Anche da qui è nata l’idea di sviluppare una serie di incontri pubblici e format (uno dei quali si chiama proprio “Anti-Stress Mindset”) gratuiti e adatti a qualsiasi tipologia di utenza per favorire una migliore qualità della vita.
Il 4 febbraio parteciperai come relatore in un convegno al Parlamento Europeo di Bruxelles sulla salute e sul benessere dei cittadini. Che cosa andrai a trattare?
Sono molto onorato di poter rappresentare in una sede europea ufficiale il nostro Paese per descrivere un approccio clinico innovativo. Sono stato invitato assieme al gruppo CESC – Centro Europeo Studi Culturali e al gruppo “Le Energie” di Roma. Sostanzialmente parlerò di approccio olistico e integrato alle patologie cardiovascolari proponendo una disciplina che io applico quotidianamente per giungere a un miglior esito terapeutico, ossia il Neuro-Beneficial Programming (NBP©), di mia originale ideazione. Si tratta di applicare alla medicina un’integrazione delle tecniche di programmazione neurolinguistica con principi di discipline come yoga, psicologia classica, behavioral science ma anche filosofia, teosofia e precetti provenienti dai testi sacri antichi. L’obiettivo è quello di fornire uno stimolo continuo per migliorare la qualità di vita del paziente.
Come definiresti, dunque, il concetto di ‘salute’ e il tuo approccio a esso?
Esistono moltissime definizioni tecniche e ufficiali dello stato di “salute”, ma dal mio punto di vista è un concetto estremamente ampio che richiede un approccio olistico volto a curare tutti gli aspetti della persona per generare equilibrio ed armonia. Io mi rifaccio alla PNEI (“psico-neuro-endocrino-immunologia”), meravigliosa disciplina multispecialistica ancora poco diffusa sul territorio che contempla l’integrazione fra psiche e sistemi nervoso, endocrino e immunitario. Il corpo fisico e la dimensione psichico-emotiva possono avere ricadute l’uno sull’altro, poiché fanno parte di un unico sistema comunicante che va mantenuto in armonia: ad esempio, la corretta elaborazione di pensiero e linguaggio (ovvero attenersi generalmente a una condizione di pensiero che sia meno aggressiva e incattivita possibile) implica un buon funzionamento a cascata dei sistemi endocrino e immunitario. Per quanto possa apparire semplice, in realtà tale concetto viene poco considerato sia dai sanitari che propongono le terapie che dai soggetti che le ricevono.
Cosa è necessario intraprendere, attualmente, per migliorare la situazione del sistema sanitario?
Sicuramente, nella mia personale opinione, va potenziata la medicina generale territoriale con un servizio ancor più capillare, ambulatori funzionalmente attrezzati ed operativi, maggiori assunzioni di personale e maggiori tempi e spazi dedicati a una formazione ed aggiornamento scientifici di qualità. Può essere banale dal punto di vista politico, ma è importante ribadirlo: non bisogna andare nella direzione dei tagli, bensì verso investimenti economici oculati supportati da consulenze e competenze valide. Gli operatori sanitari vanno messi nella condizione di lavorare bene, con turni che non siano massacranti e risorse adeguate. Le risorse sarebbero disponibili, ma vi dev’essere un “esame di coscienza” da parte delle istituzioni e degli stessi sanitari, con reciproca, concomitante responsabilizzazione rispettosa dell’utenza.
E come, invece, si potrebbe agire nell’ottica di un miglioramento del lavoro sul territorio?
A tal proposito mi auspico che venga implementato nel tempo un maggiore lavoro in team con modalità territoriali di incontro fra le parti: riunioni multidisciplinari tra specialisti ambulatoriali, ospedalieri e medici di medicina generale, per esempio, finalizzate a creare percorsi assieme e conoscersi a livello personale e professionale. La buona qualità delle cure deriva dalla collaborazione, non dal conflitto: è ora di creare armonia fra tutte le parti politiche, sanitarie e operative in gioco.
Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.