CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA
Arte oltre i confini, quattro comuni transfrontalieri uniti dall’arte di Celiberti
Svelate questa mattina le stele realizzate dall'artista su progetto delle aziende Gradis’ciutta e Ferdinand. Annunciata la presenza di Roberta Metsola alla cerimonia dell'8 febbraio.
Quattro stele monumentali che, proprio come il vino nato dalle aziende che ospitano due di queste opere, vogliono essere “sinefinis”: nessun confine di lingua, cultura, idee, nella certezza assoluta che dall’arte parte il dialogo. Sono state svelate simultaneamente, alle 9.52 di questa mattina, le quattro sculture che Giorgio Celiberti ha realizzato in omaggio alla Capitale Europea della Cultura. Il maestro, alcuni degli organizzatori e la stampa hanno potuto assistere alla cerimonia dalla sede del Gect mentre, in collegamento da remoto, i sindaci di Gorizia Ziberna, di Nova Gorica Turel e, dalle rispettive aziende, i produttori Robert Princic da San Floriano e Matiaž Četrtič nel Brda, hanno tolto la copertura ai lavori.
L’idea è nata proprio da Princic e Četrtič, proprietari delle aziende Gradis’ciutta e Ferdinand, che circa un anno fa ne hanno subito parlato al Gect. Nonostante l’iniziale perplessità per un’iniziativa che rasentava i limiti del visionario, l’ente si è lasciato convincere dalla fiducia ispirata da persone che già stavano cucendo i confini da diversi anni. Risale infatti al 2008 la prima annata del Sinefinis, unico vino comunitario, realmente europeo, nato da uve italiane e slovene grazie al lavoro delle due cantine, pronte a condividere know how e risorse in nome dell’unità del territorio goriziano.
L’occasione offerta dalla Capitale Europea della Cultura di continuare a saldare questi legami non è sfuggita ai produttori che hanno subito pensato al maestro Celiberti, da sempre impegnato con la sua arte a diffondere un messaggio eticamente denso di significato, per lanciare alto un invito alla pace e alla condivisione. Ed è proprio la tensione verso il cielo uno degli elementi caratteristici dei quattro lavori, che svettano esili ma solidi per unire le radici del territorio all’idealità della pace.
«Un tempo le torri erano simbolo di controllo, adesso invece inducono a scoprire e ritrovare ciò che si è perso e invitano all’apertura – ha spiegato il critico Vito Sutto – L’artista Celiberti diventa così l’alfiere della pace poiché immagina un’ipotetica porta di cui Gorizia e Nova Gorica sono gli stipiti fra i quali possiamo passare tutti senza alcuna differenza. Le stele sono un inno, una preghiera che sottolinea l’urgenza dell’accoglienza e della pace».
L’entusiasta ringraziamento del maestro seduto in prima fila ha preceduto il saluto di Elisabetta Cudicio, direttrice della galleria udinese di Celiberti. «Si è trattato di un’emozione unica vedere collaborare istituzioni e privati. La prima tappa di questo progetto è stata a novembre quando abbiamo donato la stele “Sigillo di pace” alla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola che speriamo di poter rivedere». E rassicurazioni in questo senso sono giunte dai sindaci che hanno svelato la presenza, alla cerimonia dell’8 febbraio, non solo della Presidente Metsola ma anche di tre commissari europei e dodici ministri della Cultura.
«Sono opere che emozionano – ha dichiarato il sindaco di Gorizia Ziberna – e valicando l’accezione negativa con cui solitamente viene letta la Torre di Babele, queste sono torri che vogliono testimoniare l’impegno della cultura a unire. Così come il vino Sinefinis, queste sculture sono la perfetta espressione della Capitale Europea della Cultura». Sulla stessa lunghezza d’onda il collega di Nova Gorica Samo Turel che ha elogiato la capacità del vino e dell’arte di valicare i confini, un’azione verso cui si sta muovendo molto interesse anche ai piani alti della politica, come dimostrato dal fatto che tanti ospiti illustri intendono essere presenti alla cerimonia dell’8 febbraio.
Le tappe che hanno portato alla nascita del Sinefinis sono state ripercorse da Robert Princic e Matiaž Četrtič mentre i momenti che hanno guidato alla creazione delle quattro sculture sono stati al centro degli interventi di Ezio Benedetti del Gect e da Federico Cleva dell’azienda Gradis’ciutta. Nonostante non fosse ancora propriamente l’ora dell’aperitivo, l’incontro non poteva che concludersi con un brindisi cui ha partecipato anche il maestro Celiberti, interrotto nella creazione estemporanea di un grappolo d’uva sapientemente tracciato su un blocco da disegno nel breve tempo della presentazione.
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