il lutto
Morto monsignor Rudolf, fu uomo di dialogo e primo parroco di Nova Gorica
Il funerale si terrà domani, giovedì primo agosto alle ore 16, presso la Basilica di Monte Santo dove la salma sarà esposta già dalle 10 del mattino.
La comunità cattolica di Nova Gorica perde una delle sue storiche colonne. Due giorni prima di compiere 94 anni, si è spento monsignor Gašper Rudolf, primo parroco della parrocchia di Cristo Redentore della cittadina slovena. Il funerale si terrà giovedì primo agosto alle ore 16, presso la Basilica di Monte Santo dove la salma sarà esposta già dalle 10 del mattino. Nato nel 1930 a Lome, nella parrocchia di Črni Vrh nad Idrijo, è stato un uomo di profonda fede.
Durante i suoi studi teologici, fu imprigionato senza accusa dalle autorità jugoslave, rimanendo tre mesi in carcere. Venne quindi ordinato sacerdote il 25 aprile 1954 dall'allora vescovo di Lubiana Anton Vovk. Il suo ministero come vicario parrocchiale è iniziato a Tolmino tra il 1954 e '56) e successivamente fu parroco a Vojsko sopra Idria dal '56 fino al '64 spostandosi poi a Merna fino al '76. Da quell'anno divenne primo parroco della nuova parrocchia, incarico che mantenne fino al 2009.
Fu un attivo promotore della costruzione della nuova chiesa, consacrata nel dicembre 1982. Conosciuto come un instancabile operatore pastorale, era sempre alla ricerca di nuovi modi per affrontare i problemi emergenti. Dal 1988, ha servito inoltre come segretario del Consiglio pastorale diocesano a Capodistria e tra il 1991 e il 1994 anche di quello sloveno, di cui ha promosso la riorganizzazione e l'aggiornamento. Dopo l'indipendenza della Slovenia, è stato membro della commissione mista per la regolazione dei rapporti tra la Chiesa e lo Stato, concentrandosi sulla presenza pastorale nelle istituzioni statali.
«È stato un autentico costruttore di Chiesa - lo ricorda il teologo goriziano Andrea Bellavite, in particolare per il suo impegno nel recuperare dapprima il terreno e poi per edificarvi sopra la chiesa cittadina - Quella di Nova Gorica è diventata poi anche concattedrale, per dare ai fedeli della valle dell’Isonzo anche un punto di riferimento per gli uffici, che fosse a metà strada con Capodistria (sede della diocesi, ndr). Fu promotore degli incontri tra catechisti e insegnanti di religione, ci credeva molto nel dialogo sul confine ed è stato un antesignano della Capitale europea della cultura. Ha lavorato con il carcere di Capodistria, una persona che ho stimato moltissimo».
Come persona di dialogo, fu tra i promotori della rivista Nova Mladika della società Mohorjeva, ricoprendo per un periodo il ruolo di co-editore. Fu anche tra i fondatori di Concordia et pax, associaizone che unisce italiani e sloveni per riconciliazione delle memorie. Ha pubblicato anche sulla rivista Družina, Cerkva v sedanjem svetu e su Bogoslovni vestnik. Durante gli ultimi anni della sua vita, ha continuato a servire come sacerdote in pensione a Medana, nel comune di Brda. Nel suo testameto, ha espresso il desiderio di un funerale semplice, chiedendo che eventuali offerte venissero destinate al lavoro missionario di don Pavle Bajc in Costa d'Avorio.
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