La storia della centrale elettrica di Doblar, arriva il museo sul fiume Isonzo

La storia della centrale elettrica di Doblar, arriva il museo sul fiume Isonzo

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La storia della centrale elettrica di Doblar, arriva il museo sul fiume Isonzo

Di Timothy Dissegna • Pubblicato il 25 Mar 2024
Copertina per La storia della centrale elettrica di Doblar, arriva il museo sul fiume Isonzo

Firmata l'intesa tra Zavod GO! 2025 e la Soške elektrarne, investimento da 200mila euro: sarà reso accessibile l'interno e abbellito l'esterno.

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Patrimonio naturalistico che unisce Slovenia e Italia, il fiume Isonzo è anche una riserva essenziale di energia per il tratto che va dalle sue fonti fino a Salcano. Un’area che vede nella centrale idroelettrica di Doblar, nel comune di Kanal ob Soči, uno dei centri produttivi principali per la Soške elektrarne, l’azienda di Nova Gorica che controlla dighe e impianti lungo il tratto sloveno dell’asta. Per questo, al suo interno sorgerà un museo dedicato alla storia industriale e naturale di questo sito, entrato in funzione nel 1939.

Nei giorni scorsi, la direttrice del zavod GO! 2025 Mija Lorbek e l’amministratore delegato della Seng, Mitja Gorjan, hanno firmato l’accordo proprio dentro la centrale. Un punto importante per celebrare i circa 85 anni di attività, che prevede di creare qui uno spazio espositivo in tempo per la Capitale europea della cultura del prossimo anno. «La realizzazione del museo - ha spiegato Gorjan - prevede un primo intervento al piano terra, dove ci saranno lavori di ristrutturazione per creare un passaggio circolare».

Questo permetterà ai visitatori di «avere un’esperienza in prima persona nel vedere com’è stata realizzata la centrale elettrica e com’è ben inserita nell’ambiente circostante». L’investimento sarà di oltre 200mila euro, distribuito anche su tutte le altre postazioni dislocate lungo il fiume, ma la parte più consistente rimarrà su Doblar. Oltre agli interventi interni, si lavorerà anche sugli esterni per abbellire la struttura, posta lungo la strada che porta a Tolmino e alla connessa diga di Podselo, alta 40 metri, collegata direttamente a Doblar.

Questa, peraltro, è quella più potente della Seng tenendo conto che qui si trova anche la Doblar 2, centrale costruita nel 2002: chiamata generalmente ‘la sorellina piccola’, in realtà come capacità è molto più grande dell’impianto originario. «Abbiamo dimostrato di essere più che capaci nella gestione di eventi climatici estremi» ha aggiunto l’ad, facendo riferimento sia alla siccità che non ha risparmiato queste zone negli ultimi anni, sia la grande alluvione dell’anno scorso che ha colpito gran parte della Slovenia.

«Il progetto - ha rilevato Lorbek - verrà sviluppato in due fasi. All’inizio del 2025, sarà già inaugurata la prima fase del museo. Successivamente cercheremo di ampliarlo e renderlo più accessibile». La spesa sarà quindi finanziata dallo stesso Zavod, in particolare per lo sviluppo e realizzazione dello spazio espositivo, ma la maggior parte dei fondi saranno spesi direttamente dalla holding. «Per ogni euro investito - ha quindi specificato - vogliamo raddoppiare il contributo finanziario sul medio e lungo termine», coinvolgendo anche i privati.

Neda Rusjan Bric, direttrice artistica di GO! 2025, ha quindi ricordato anche le altre progettualità legate all’Isonzo. Come il progetto Isolabs che partirà dalle sorgenti fino ad arrivare alle foci del fiume. «Vogliamo rendere più accessibile questo progetto lungo il fiume - così Bric - che cercherà di collegare tutti i comuni con workshop e residenze. L’Isonzo è stato celebrato a 360 gradi ma il contributo della Soške elektrarne ci permetterà ora di visitare questo edificio». Altrettanto interessante è la diga di Podselo, già set cinematografico.

Qui, infatti, vennero girate alcune scene della serie televisiva britannico-americana Strike back- Senza regole nel 2012. Insieme alla centrale di Doblar, rappresenta uno dei punti principali per la storia industriale di confine: dapprima italiana, essendo stata creata quando quest’area era sotto l’Italia; quindi jugoslava e oggi slovena. Le due centrali (Doblar 1 e 2) presentano una potenza rispettivamente di 30 e 40 MW, con portate da 75 e 105 metri cubi al secondo. In totale, la produzione media annua complessiva è di circa 350 GWh.

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