La storia della bonifica diventa Museo, l'Idrovora Sacchetti riapre a Staranzano

La storia della bonifica diventa Museo, l'Idrovora Sacchetti riapre a Staranzano

L'INAUGURAZIONE

La storia della bonifica diventa Museo, l'Idrovora Sacchetti riapre a Staranzano

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 21 Mar 2024
Copertina per La storia della bonifica diventa Museo, l'Idrovora Sacchetti riapre a Staranzano

Avviato dalla Fondazione Carigo un viaggio immersivo nella storia e nella sostenibilità, tra digital storytelling e percorsi illustrativi sui benefici di terra e acqua.

Condividi
Tempo di lettura

Inaugurato stamattina, alla presenza di amministratori locali, istituzioni e di oltre 150 studenti degli istituti scolastici del territorio, il nuovo Museo digitale della Bonifica all’Idrovora Sacchetti di Staranzano. Si tratta di un'esperienza innovativa che vede trasformare la struttura da “casa del custode” a sito museale digitale, come già avvenuto l’anno scorso a San Canzian e prossimamente succederà a Grado e nel Collio, a Villa Russiz di Capriva.

Realizzato dalla Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia in collaborazione con il Consorzio di Bonifica della Venezia Giulia e con il sostegno di Intesa Sanpaolo, il Museo è frutto di un progetto pluriennale avviato dalla Fondazione nel 2018. Un nuovo tassello di “CariGO Green” che valorizza l’edificio dell’Idrovora Sacchetti tramite l’allestimento di un’esperienza museale digitale curata nella sua parte tecnica da Ikon - Digital Farm, dedicata all’evoluzione tecnica e alla trasformazione ambientale del territorio, in grado di sensibilizzare i visitatori sui temi della sostenibilità e più specificatamente sull’argomento “acqua”.

L'obiettivo principale del museo è quello di offrire agli ospiti un'esperienza interattiva ed immersiva, utilizzando le più moderne tecnologie digitali per narrare in modo sostenibile l'evoluzione tecnica e ambientale del territorio.

Il format, presentato stamane, mette al centro le strutture del territorio e valorizzarle in un percorso connesso con altre realtà vicine raggiungibili a piedi, in bicicletta o in automobile. Situato nella palazzina adiacente all'edificio dell'impianto Idrovora – appunto, nella ex casa del custode - il museo si sviluppa su due piani e offre un viaggio coinvolgente attraverso la storia e le tecniche della bonifica. Al piano terra, si possono esplorare installazioni digitali e reperti storici che introducono il tema della bonifica sia da un punto di vista territoriale che storico-culturale, con una funzione prevalentemente didattica.

La struttura
Nella prima sala al piano terra è dedicata al territorio della bonifica e presenta due installazioni digitali principali: un tavolo touch con una timeline interattiva che illustra l'evoluzione del territorio attraverso le opere di bonifica, e uno schermo a parete che approfondisce i principali temi legati alla bonifica, dalla tecnica alla vita dei coloni, con particolare attenzione alla sostenibilità e all'importanza dell'acqua.

Nella seconda sala, sempre al piano terra, è conservato l'archivio documentale, con uno schermo touch a parete e l'esposizione di documenti storici significativi, offrendo ai visitatori l'opportunità di approfondire la storia locale legata alla bonifica. Al primo piano, gli ospiti potranno immergersi in un'esperienza in realtà virtuale che li condurrà a scoprire in prima persona l'evoluzione del territorio, grazie a ricostruzioni accurate basate sui documenti appartenenti al repertorio del Consorzio di Bonifica.

A tutte questo si aggiunge il nuovo percorso narrativo “Paesaggi tra terra e acqua", sempre in data odierna, e che entra a far parte degli itinerari del progetto “CariGO Green”. Una vera e propria immersione nella natura, un racconto che gli studenti degli istituti Brignoli-Einaudi-Marconi di Gradisca e del liceo Buonarroti di Monfalcone, hanno potuto vivere in anteprima con delle cuffie messe a disposizione dalla Fondazione.

Gli interventi
Ad accogliere studenti e amministratori locali con il prefetto Raffaele Ricciardi e il questore Lugi Di Ruscio, è stato il sindaco di Staranzano Riccardo Marchesan che ha definito l’idrovora «un’opera di ingegneria fantastica». Per conto della Fondazione Carigo, il presidente Alberto Bergamin ha definito l’iniziativa «un’ulteriore tassello di un progetto partito sei anni fa, una scelta di valorizzazione dei luoghi di cultura ed economia che recuperano la memoria».

Bergamin ha pure parlato di «un servizio reso ai più giovani che segna la propria identità» e si contraddistingue come «impegno di buon governo». «Lavoriamo in continuità progettuale – sono le parole di Bergamin – ci occupiamo di salvaguardare la partecipazione e l’ascolto per vivere il futuro. La sfida è quella di proporsi ed essere soggetti di sviluppo a sostegno del turismo lento che è la nuova prospettiva di sviluppo». Di «unione per la cura del territorio» ha parlato il prefetto Ricciardi. «Trasmettere la storia» questo l’obiettivo secondo Enzo Lorenzon, presidente del Consorzio di Bonifica.

Foto Salvatore Ferrara/Giovanni Aiello

Rimani sempre aggiornato sulle ultime notizie dal Territorio, iscriviti al nostro canale Telegram, seguici su Facebook o su Instagram! Per segnalazioni (anche Whatsapp e Telegram) la redazione de Il Goriziano è contattabile al +39 328 663 0311.

Articoli correlati
...
Occhiello

Notizia 1 sezione

...
Occhiello

Notizia 2 sezione

...
Occhiello

Notizia 3 sezione