Monfalcone ricorda il 25 Aprile. Cisint: «La pace è l'ambizione della politica»

Monfalcone ricorda il 25 Aprile. Cisint: «La pace è l'ambizione della politica»

LE CERIMONIE

Monfalcone ricorda il 25 Aprile. Cisint: «La pace è l'ambizione della politica»

Di Salvatore Ferrara • Pubblicato il 25 Apr 2024
Copertina per Monfalcone ricorda il 25 Aprile. Cisint: «La pace è l'ambizione della politica»

Dario Mattiussi ha ribadito, «Gli eroi sono quelli che non sono mai tornati a casa. Le memorie sono sempre plurali, i valori vanno condivisi».

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È fondamentale, ma può essere anche fragile, instabile e precaria. Rappresenta un modo di vivere che affonda radici nel passato, ma sa sempre essere moderna. È un esercizio da mettere in pratica ogni giorno che ci offre le sue cicatrici e ci ricorda che molte ferite vanno ancora sanate. Va difesa come madre generatrice dei nostri giorni. Allo stesso tempo, è esigente e dolce. È la Libertà viva – per tutti – anche in tempi e scenari non facili, anzi – per certi versi – tragici. Oggi, in occasione del 79esimo anniversario della Festa della Liberazione, anche la città di Monfalcone ha ricordato chi ha fatto parte della Resistenza e ha perso la vita nella Lotta di Liberazione. Come da tradizione, il corteo composto dalle autorità civili e militari, dall’Anpi e dalla cittadinanza, ha preso il via dal Piazzale Aldo Moro, davanti all’ospedale San Polo. La prima sosta commemorativa ha avuto luogo in Largo Federico Pacor, caduto partigiano, al monumento eretto alla Gloria dei 26 partigiani caduti e dispersi per la libertà.

Qui, dopo la deposizione delle corone, ha preso la parola Alessandro Leghissa della sezione Anpi monfalconese. Nel suo intervento ha ricordato della «libertà smantellata dal Fascismo», ha rivolto ai presenti un invito a ricordare i valori del 25 aprile «ma non solo un giorno all’anno». Leghissa si è detto pure preoccupato per «il contesto che stiamo vivendo». «Non abituiamoci – continua – a respirare male, teniamoci sempre attenti e pronti». Dall’esponente, sono stati fatti anche dei riferimenti anche alla «pluralità multiculturale» delle comunità. Al monumento di Aris, quello dedicato ai 14 Eroi del Popolo caduti per la libertà, è intervenuto Costantino Stabile, rappresentante Rsu di Fim, Fiom e Uilm. Il sindacalista ha richiamato i «valori fondamentali della libertà, dell’uguaglianza e della democrazia». «La Costituzione ha messo al primo posto il lavoro e la dignità» ha affermato Stabile che ha ricordato anche le sofferenze e le difficoltà di chi «ha bagnato la terra con il sangue e ha lottato» per dare la garanzia dei diritti umani.

La tappa conclusiva delle cerimonie, ha avuto luogo al cimitero di via 24 Maggio davanti al monumento dei Partigiani Garibaldini Martiri per il Supremo Ideale di Libertà e Democrazia. Fra Roberto Benvenuto ha portato il saluto della comunità cristiana attraverso la preghiera portando il ricordo personale di suo padre, Alpino della Julia, che entrò nella formazione partigiana dopo la Guerra di Russia. «I valori della giustizia, della libertà e della pace – sono le parole del frate – supportano quello della fraternità. Portiamo avanti relazioni miti e pacificate con umanità e fratellanza». Il presidente di Assoarma, Giovanni De Manzini ha ricordato le vittime delle guerre in Ucraina e Medio Oriente. Di rispetto della propria cultura e identità ha riferito poi, la rappresentante della comunità slovena e vicepresidente regionale dei Combattenti di Nova Gorica, Katiuska Zigon. «È triste che la storia non ci conduca a dare il vero valore alla vita» così, in un passaggio, Zigon.

«Gli eroi sono quelli che non sono mai tornati a casa – ricorda Dario Mattiussi, rappresentante dell’Anpi – le memorie sono sempre plurali, i valori vanno condivisi». Mattiussi ha pure fatto riferimento al numero alto di partigiani monfalconesi caduti durante la Resistenza e alla «confusione tra storia e memoria proposta dai media». Poi il richiamo al valore della pace presente nella Costituzione, «un richiamo mai retorico» come la dignità del lavoro e delle condizioni salariali da tutelare. «Il modo migliore per festeggiare questa ricorrenza è quello di ricordare a noi stessi e a tutti che il 25 aprile è la festa della libertà – sono le parole del sindaco Anna Maria Cisint - ed è la festa in cui possiamo riconoscersi collettivamente perché per questo obiettivo si sono spesi e hanno combattuto generosamente tante diverse realtà compiendo il proprio dovere fino all'estremo sacrificio».

«Proprio perché la libertà è un principio importante per tutti – continua Cisint - essa è un valore che non può conoscere divisioni di parte perché deve continuare ad essere patrimonio collettivo del Paese. I cattolici e i comunisti, i socialisti e i liberali, di fronte a un dramma comune, scrissero, ciascuno per la loro parte, una grande pagina del cammino del nostro Paese verso la democrazia e le testimonianze che ci sono state tramandate di ciò che significò allora scegliere la via della Resistenza stanno a documentare la storia di un sacrificio che coinvolse tante componenti di diversa estrazione ideale, sociale e politica». Ricordati anche la coesione nazionale e la «capacità di riscossa e di mobilitazione di un popolo duramente provato dalla guerra e dalla disfatta della fuorviante alleanza con la Germania nazista».

Citando poi la partigiana Paola Del Din, il primo cittadino l’ha definita «una testimone molto attuale che a cent’anni continua a testimoniare ai giovani la sua esperienza, madre di quattro figli e nonna di altrettanti nipoti, è un simbolo del valore ideale dell’impegno di chi ha partecipato alla Resistenza, ma anche, idealmente, di tutti gli italiani che antepongono l’amore per la propria Patria a ogni contrapposizione ideologica». «La Resistenza è stata un processo di ancor maggior valore ideale e morale. Per questo tutti siamo chiamati a essere custodi della memoria degli eventi. Una memoria che va difesa senza polemiche e divisioni e nell’omaggio e nel rispetto di tutti i caduti per la Libertà». Infine, anche dal primo cittadino, non è mancato l’invito alla pace. «Abbiamo il dovere di dire che la pace deve essere l’ambizione della vita di ognuno e di tutta la politica».

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